Google Lancia una Funzione Controversa: Link Automatici nei Siti Web Senza Permesso
Negli ultimi giorni, Google ha introdotto una funzione rivoluzionaria (e controversa) all’interno della sua app per iOS, che potrebbe ridefinire il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti online. Questa novità, però, sta già sollevando interrogativi sull’etica e sulla gestione della concorrenza digitale, considerando le attuali cause per abuso di posizione dominante negli Stati Uniti.
Cos’è questa nuova funzione di Google e come funziona?
In parole semplici, utilizzando l’app Google su iPhone, il motore di ricerca inserisce automaticamente dei link nei siti web che stai visitando, senza richiedere alcun permesso al proprietario del sito.
Ecco come funziona:
- Quando apri una pagina web attraverso l’app Google, il sistema analizza il contenuto della pagina utilizzando il Knowledge Graph, la vasta rete di dati di Google che collega informazioni pertinenti.
- Basandosi sui contenuti della pagina, Google aggiunge automaticamente link ipertestuali a parole o frasi specifiche.
- Cliccando su questi link, l’app apre una finestra in sovrimpressione con ulteriori informazioni tratte dai risultati di ricerca di Google.
Questa funzione, apparentemente progettata per “offrire più informazioni”, serve anche a mantenere gli utenti nell’ecosistema Google, aumentando il tempo di permanenza all’interno delle sue piattaforme.
Una funzione controversa: etica e implicazioni
Senza permesso degli editori
La parte più problematica di questa funzione è che viene abilitata di default su tutti i siti web visitati attraverso l’app Google, senza alcun consenso preventivo da parte degli editori.
Per essere esclusi da questo sistema, gli editori devono:
- Compilare un modulo apposito fornito da Google.
- Indicare manualmente tutti i possibili URL del proprio sito (inclusi varianti con o senza “www”, “http” e “https” e tutti i sottodomini).
Perché questo approccio è criticato?
Molti esperti del settore ritengono che questa modalità ribalti il principio di base del consenso. Invece di permettere agli editori di scegliere attivamente di partecipare, Google richiede loro di escludersi, aumentando il carico di lavoro per chi gestisce siti web.
Le cause legali e il rischio di abuso di posizione dominante
Questa mossa arriva in un momento delicato per Google, già coinvolta in cause legali per abuso di posizione dominante negli Stati Uniti e in Europa. L’inserimento automatico di link nei siti web altrui potrebbe essere interpretato come un ulteriore esempio di comportamento monopolistico, con l’obiettivo di:
- Reindirizzare il traffico verso Google stesso, riducendo il tempo che gli utenti trascorrono sui siti di terze parti.
- Rafforzare la dipendenza degli utenti dall’ecosistema Google, limitando la visibilità di altri motori di ricerca o piattaforme informative.
Quali sono le conseguenze per gli editori e gli utenti?
Per gli editori
- Perdita di controllo sui propri contenuti: I siti web vengono modificati automaticamente, con link che potrebbero non riflettere le intenzioni dell’editore.
- Aumento del carico di lavoro: Per uscire da questo sistema, è necessario compilare manualmente il modulo di esclusione per ogni variante del dominio.
- Rischio di penalizzazioni indirette: Gli utenti potrebbero preferire le informazioni fornite direttamente da Google rispetto a quelle del sito originale.
Per gli utenti
- Esperienza più interattiva? La possibilità di accedere a ulteriori informazioni direttamente dai link potrebbe sembrare utile.
- Dipendenza da Google: Gli utenti vengono sempre più guidati verso l’ecosistema Google, limitando la loro esposizione a fonti alternative.
Come proteggere il tuo sito da questa funzione?
Se sei un editore e vuoi evitare che Google inserisca automaticamente link nei tuoi contenuti, ecco i passi da seguire:
- Visita il modulo di esclusione ufficiale di Google (link fornito nelle risorse di supporto di Google).
- Elenca tutte le possibili varianti del tuo dominio, incluse:
- Versioni con e senza “www”.
- URL con “http” e “https”.
- Eventuali sottodomini.
Ricorda che potrebbero essere necessari fino a 30 giorni per l’esclusione completa.
Quali saranno le implicazioni future?
Questa nuova funzionalità rappresenta un ulteriore passo verso un modello in cui Google non è solo un motore di ricerca, ma anche un curatore e manipolatore attivo dei contenuti online. Se non regolamentata adeguatamente, potrebbe aprire la strada a ulteriori pratiche che limitano la concorrenza e il controllo degli editori.